Intervista a Marco De Dominicis: la nostra filiale Svizzera è “Caso di Successo 2014”

La nostra filiale svizzera BENTI è tra i “Caso di Successo 2014” nell’almanacco annuale del Dipartimento dello Sviluppo Economico del cantone di Vaud.

intervista marco de dominicis
Innovazione, talento ed un ambiente favorevole allo sviluppo di nuovi business. Fattori che hanno contribuito a far eleggere la nostra filiale svizzera BENTI – Chosen Time Intl. “Caso di Successo 2014” nell’almanacco annuale redatto dal Dipartimento per lo Sviluppo Economico (DEV) del cantone del Vaud. Onoratissimi del riconoscimento, abbiamo risposto ad alcune domande sulla nostra esperienza svizzera: dalle problematiche affrontate nell’inserirsi in questo nuovo ambiente, alle opportunità che siamo riusciti a trovare nel più grande ed innovativo parco tecnologico della Svizzera, Y-Parc. Di seguito potete leggere l’intera intervista rilasciata da Marco De Dominicis, CEO di BENTI-Chosen Time Intl SA.
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Questo progetto ha ricevuto un importante finanziamento dalla Commissione Svizzera per la Tecnologia e l’Innovazione e siamo molto grati al CTI per aver finanziato le nostre ricerche.

Sig. De Dominicis, si presenti e ci parli della sua società.

Sono un imprenditore e CEO di BENTI-Chosen Time Intl. Nella nostra sede Svizzera realizziamo servizi di ingegnerizzazione per le aziende [tra cui app per sistemi di audio mobile; n.d.t.]. In questo momento stiamo lavorando ad esempio ad un device per chitarra molto innovativo che si collega ad un ecosistema di app interamente progettate da noi. Questo progetto ha ricevuto un importante finanziamento dalla Commissione Svizzera per la Tecnologia e l’Innovazione e siamo molto grati al CTI per aver finanziato le nostre ricerche. Siamo in una fase di prototipazione e siamo felici dei risultati.

La sua azienda ha aperto nel cantone Vaud in Yverdonles-Bains a Gennaio 2014. Cosa l’ha spinta verso questa scelta e quali erano le alternative?

BENTI è nata come start-up italiana nel 2013, ma la nostra ricerca non stava andando avanti come volevamo. Abbiamo così iniziato a cercare luoghi in cui spostarci e crescere. Volevamo un luogo in cui trovare nello stesso tempo grande ricercatori, buone scuole e un ambiente favorevole per le imprese. E lo abbiamo trovato in Vaud.

Prima del trasferimento, come è stato il primo contatto con il luogo? Avete ricevuto i consigli e l’assistenza necessari?

Abbiamo avuto il primo contatto con l’agenzia GGBa [Greater Geneve Berne area] e con il DEV [Development Economique Vaud]. Ci hanno aiutato molto: abbiamo avuto ottimi consigli e ci hanno introdotto ad alcune strutture locali come università, agenzie, incubatori ma anche notai, banche, contabili e molto altro. Tutto ciò che serve ad un’azienda per svilupparsi.

Vi considerate parte integrante della comunità business locale?

Si. Essere parte di un cluster di aziende, talenti e scuole come quelle trovate a Vaud sta aiutando molto la nostra ricerca e ci aiuterà nello sviluppo internazionale.

Quale è stata la più grande paura durante il trasferimento?

Le spese. In Svizzera è molto costoso vivere.

Cosa differenzia la Svizzera, la nostra regione, dalle altre parti del mondo?

La Svizzera è un ambiente favorevole per le aziende e start-up, non ci sono troppi impegni burocratici di cui preoccuparsi. Ho altre attività e aziende in Italia e posso assicurare che la burocrazia può essere un vero problema.

Ha qualche messaggio che vorrebbe mandare alle autorità?

Penso che le innovazioni debbano svilupparsi in un ambiente in cui il fallimento non è una vergogna, ma qualcosa da cui imparare e ripartire. Bisognerebbe cercare di cambiare questa mentalità: non concentriamoci sui fallimenti ma sforziamoci nel creare una cultura non avversa al rischio.

Cosa bisognerebbe migliorare per rendere più facile l’integrazione di aziende straniere e i loro collaboratori?

L’inglese. Usare di più l’inglese: nei documenti, conferenze, scuole, uffici. Per dare una veste sempre più internazionale alla regione. E cambiare qualcosa nel quotidiano: all’estero si è abituati ad avere negozi aperti fino a tardi e anche nei weekend. Trovare tutto chiuso la domenica qui è… strano. Mi fa pensare a remoti villaggi più che ad un incubatore internazionale.

Ha contatti con altre aziende (locali o straniere) della zona?

In questo momento stiamo lavorando sulla ricerca con molte scuole e università, ma anche con agenzie governative per finanziamenti. Abbiamo trovato grandi persone al dipartimento REDS e al corso “International Innovation Management” del HEIG-VD; uno staff di grande aiuto all’Y-Parc e nelle agenzie Innovaud e SPECo. Li ringrazio tutti. Lavoriamo anche con altre aziende, come la Nationals Instruments Switzerland che è una multinazionale tecnologica che ci ha concesso il finanziamento “NI Swiss Start-Up”. E’ un buon inizio per una collaborazione fruttifera.

Qualche desiderio per il futuro?

Ci guardiamo attorno alla ricerca di qualche investitore…